Marco Mugnai - Wedding Photographer

In fondo tutto questo ci avvicina

Siamo di fronte a giorni che entreranno nella storia e sicuramente ognuno di noi ricorderà molto bene.
In questo momento ci troviamo a osservare i luoghi che quotidianamente viviamo con una differenza sostanziale, vuoti, deserti, senza persone.
Il ritrovo tra individui che condividono gli stessi interessi, rapporti lavorativi e/o di amicizia sono da sempre alla base delle società.

La cooperazione all’interno delle comunità è da sempre la chiave per il progresso, per il miglioramento e per la crescita.
Adesso siamo chiamati a rispettare le distanze e a cooperare per NON incontrarci.

Prima la Cina ora l’Italia e a seguire tanti altri stati dovranno prendersi le proprie responsabilità e rallentare, fermarsi.
Tralasciando l’aspetto economico che in questo momento possiamo lasciare in secondo piano.
Sicuramente le nostre vite sono sconvolte dallo stravolgimento delle abitudini sociologiche (su cui la nostra società si fonda).

Uno dei libri che mi ha illuminato sotto questo aspetto è senza dubbio “Armi acciaio e malattie” scritto dall’antropologo “ Jared Diamond, un saggio in cui ci spiega la storia dell’uomo negli ultimi 13000 anni dove ci dimostra che non esiste una razza superiore, soltanto ambienti più e meno favorevoli.
Come mai cito un libro di antropologia, vi chiederete?
Tutto è collegato e grazie al messaggio di questo libro e di altri che ho avuto il piacere di leggere possiamo capire meglio come agire e perchè ci rimane così stretto dover rimanere nelle nostre abitazioni limitando al massimo i contatti con l’esterno.

La distanza tra gli individui è un elemento chiave per la nostra società, definisce i rapporti tra le persone e il grado di vicinanza che abbiamo con chi ci circonda.
Una stretta di mano, un abbraccio una carezza, gesti così semplici e “insignificanti” in cui in una situazione “normale” non ci rendiamo conto di quanto facciano parte delle nostre vite e dell’importanza che hanno.

È come essere in una prigione senza sbarre in cui i muri sono proprio il limite di distanza di un qualsiasi altro individuo.

Un momento del genere fa seriamente preoccupare ma se ci si pensa attentamente questa situazione ci porta tutti ad essere sullo stesso piano “ci riavvicina”.

Ognuno di noi a prescindere dalla professione che svolge o dal ceto sociale da cui proviene o dalla ricchezza accumulata in questo istante ha esattamente gli stessi diritti e doveri.

Le foto che sono riuscito a scattare sono davvero poche, ho evitato di stare in giro a fotografare, due degli scatti che vedete sono stati scattati dalla macchina.

Questa situazione richiederebbe una documentazione fotografica che spero di riuscire a raccogliere durante questi giorni così straordinari, ma per il momento non uscite e leggetevi questo libro.

Altri articoli